Saint-Etienne, 13 luglio 2019 - L'ottava tappa del Tour de France 2019, da Macon a Saint-Etienne, lunga 200 chilometri, è stata vinta dal Thomas De Gendt. Fuga vincente lanciata fin dall'inizio dal ciclista della Lotto Soudal. In ritardo di sei secondi i francesi Thibaut Pinot e Julian Alaphilippe, che si riprende la maglia gialla sfilandola a Giulio Ciccone. (Domani tappa 9, da Saint-Etienne a Brioude)
Classifica e risultati dopo tappa 8
I voti di Costa
10 a De Gendt
Tappa da raccontare ai nipoti, vittoria che resterà nella memoria degli appassionati: dopo giorni di attacchi a vuoto, il belga parte al chilometro zero e arriva da solo, dopo aver vinto tutti e sette i gran premi della montagna e aver tenuto a bada negli ultimi 12 chilometri la rincorsa di Alaphilippe e Pinot. Non sarà un fenomeno, ma vince da fuoriclasse.
9 a Alaphilippe
Anche i sassi sapevano che avrebbe cercato di riprendersi la maglia gialla per esibirla ai francesi nel giorno della festa nazionale: puntualmente, porta a termine la missione. Su un tracciato che assomiglia alla Liegi, schizza via sull’ultimo muro, diventando subito imprendibile: non vincerà il Tour, di sicuro non ha finito di divertirci.
9 a Pinot
Non perde d’occhio Alaphilippe dal ritrovo di partenza in poi, seguendolo anche in bagno: sa bene cosa ha in mente il connazionale e a lui quella voglia di attaccare nel finale torna comoda per guadagnare terreno in classifica. Si spolmona, ma viene ripagato di tanta attenzione con mezzo minuto di guadagno: un altro passo avanti in un Tour dove non ha buttato via nulla.
8 a De Marchi
Ha la sfortuna di incrociare il peggior cliente per andare in fuga, De Gendt. E’ l’ultimo a resistergli, dopo esser stato l’ultimo ad agganciarsi al trenino partito al chilometro zero. E’ bravo anche a restare in piedi dopo un ’dritto’ in curva per evitare un tombino. Fa tutto bene e anche di più, se non vince il motivo è semplice: fra lui e il successo c’è un rivale imbattibile.
8 a Sagan
Che chiuda al quinto posto una tappa così la dice lunga sulla forza e sulla classe dell’ex iridato: più bravo lui a resistere sulle salite di tanti atleti che in giornate così dovrebbero farsi notare all’attacco, o perlomeno restare coi migliori. Non sarà la sua stagione, almeno stando ai risultati, ma il valore di questo campione resta indiscutibile.
7 a Ciccone
Cede la maglia gialla sull’ultima salita, non trovando la forza per rispondere alla prevista sfuriata di Alaphilippe. Dopo due giorni da favola ritorna sulla terra, pagando la fatica di un Giro corso da protagonista che molti dei suoi avversari non hanno: nonostante questo arriva ancora con i migliori e questo è un bel segnale per continuare a fare bene in Francia.
7 a Aru
Non se lo fila nessuno e lui, zitto zitto, continua a far corsa di prima classe: al Tour si è presentato per ritrovare il gusto della bici, dopo una stagione da dimenticare e l’operazione all’arteria iliaca, e che sia lì davanti è un’ottima notizia. Non cura la classifica, ma senza il guaio meccanico nel finale di una delle prima tappe ne avrebbe una migliore di quella già buona che ha.
6 a Thomas
Scivola in discesa insieme alla sua guardia scelta, un incidente che costa la bici al suo compagno Moscon e a lui una manciata di secondi persi rispetto ai big. Se li riprende in fretta, in salita, rimontando fra ammiraglie e gente che si stacca, mostrando una flemma tipicamente britannica: nel ciclismo si chiama sicurezza e da come pedala c’è da pensare che il primo candidato al Tour sia ancora lui.
5 a Nibali
Si spegne di colpo sull’ultima salita, andando in corto circuito con le gambe e con la testa. E’ l’evidente conferma di un Tour che il siculo non ha mai vissuto dentro di sé come favorito, ma ha sentito soltanto come un peso. Dopo le fatiche (e il podio) al Giro, ripeteva di volersi presentare in Francia per puntare a una tappa: adesso è libero di farlo.
2 a Simon Yates
Quando il gioco si fa duro, il gemello comincia a farsi molle. Anche oggi oltre un quarto d’ora di ritardo, dopo una settimana è a quasi un’ora dalla maglia gialla: non benissimo per chi un anno fa ha accarezzato l’idea di poter vincere il Giro e poi si è rifatto conquistando la Vuelta. Capita di avere una stagione no, come si è visto al Giro, ma la domanda è un’altra: perché ha scelto di fare anche il Tour?